La conquista di Borj El Kadra

dall'11 al 22 aprile 2005

Non sempre si riesce a raggiungere la meta prescelta, ma, a volte, capita di fare molto di più e di conquistare una meta molto più interessante, affascinante, magari considerata irraggiungibile. E' quello che è successo alla spedizione del Sahara Club, composta da sei equipaggi, tutti misti, partita per raggiungere El Bhorma via deserto da Bir Aouine, con l'intenzione di percorrere circa 100 Km di dune, e che invece ha raggiunto l'estremo sud del Grande Erg Orientale della Tunisia, arrivando ad ornare le pareti del bar di Borj El Kadra con i propri adesivi, partendo da El Bhorma e percorrendo circa 400 km di dune altissime e paesaggi maestosi.

Il percorso generale

Le mappe satellitari

Le tracce e i waypoint

Le tracce in formato Ozi Explorer del viaggio

I waypoint in formato Ozi Explorer

La storia

Lunedì 11 Aprile
Partiamo alle 10 (circa) del mattino da Trapani con la solita nave della MedMar (odiata da Enzo che da anni dice che è troppo piccola per affrontare il mare) sperando che, almeno per una volta, il mare abbia pietà di noi. Speranza vana! Mai viste delle onde così alte, ancora più alte di quelle (enormi) dell'anno precedente!
Dopo una traversata disastrosa, resa ancora più dura dagli improperi di Enzo contro chi (chi?) aveva deciso di prenotare questa nave, abbiamo finalmente raggiunto Tunisi, e, dopo aver superato le lunghe, complesse ed incomprensibili procedure di sdoganamento, ed esserci riuniti con Antonella e Francesca arrivate comodamente in aereo, abbiamo raggiunto Hammamet per pernottare in albergo.

Evviva si parte Evviva si parte Evviva si parte Evviva si parte

Io non soffro il mare!

Io non soffro il mare!

Io non soffro il mare!

Io NON soffro il mare!

Martedì 12
Sveglia la mattina presto (concetto relativo!) e via lungo la solita strada che attraversa El Jem, Sousse, Sfax, Gabes. Raggiunta El Hamma abbiamo fatto conoscenza di quella che sarebbe stata la tortura di questo raid: la PIPELINE: sterrato infinito, infido, estenuante che durante tutta la vacanza abbiamo percorso in lungo ed in largo mettendo a dura prova le auto e le schiene. Comunque in questa giornata ne abbiamo percorso solo (solo?) 100 km per arrivare a Ksar Ghilan dove avevamo appuntamento con gli amici tunisini, amici ormai di vecchia data, tra cui Salem ed Assad che sarebbero state le nostre guide per tutto il tour.
Dopo aver organizzato la logistica per la notte abbiamo iniziato il briefing con Salem per decidere i particolari del viaggio che ci aspettava, e qui è avvenuta la grande svolta: Salem, con l'espressione più innocente del mondo ci dice nel suo personale (ma efficace) italiano: "se volete noi fare il diserto da Bir Aouine a El Bhorma, come detto al telefono, ma invece possiamo partire da El Bhorma ed arrivare in fondo alla Tunisia facendo diserto all'andata e al ritorno, fino ad un posto che si chiama Borj El Kadra". Ci siamo guardati sconvolti: ma si può fare? in così pochi giorni? 400 km di deserto? le dune alte del Grande Erg Orientale? ai confini tra Tunisia, Libia ed Algeria? stiamo sognando o è una proposta vera? E chi glielo dice a Gianni? (rimasto in Italia con il proposito di raggiungere Borj El Kadra l'anno successivo via pista)
Inutile dire che ci abbiamo messo pochi secondi ad accettare, tempo trascorso non per pensarci su, ma per superare lo shock della sorpresa. E così, felici ed affascinati dalla nuova meta, siamo andati a dormire, alcuni negli air-camping, gli altri otto in una tenda berbera del campeggio locale.

Hammamet
Oddio...la macchina sporca!

In viaggio

In viaggio


La pipeline!


La pipeline!

La pipeline!

La pipeline!

La pipeline!

La pipeline!

La pipeline!

La pipeline!

A Ksar Ghilan
Salem
A Ksar Ghilan

A Ksar Ghilan

Mercoledì 13
Inizia l'avventura: partiamo di buon mattino (vale sempre la stessa regola) ci avviamo sulla pipeline per raggiungere il più velocemente possibile El Bhorma. Che cosa è la pipeline? Qualcuno l'ha definita la Salerno-Reggio Calabria della Tunisia, ma in realtà è il risultato dell'unione di un frullatore ed un battitappeto, che ti distrugge chilometro dopo chilometro, facendoti rimpiangere di essere venuto in quel posto maledetto, e facendoti progettare la prossima vacanza in un Valtour, sdraiato su un'amaca con un drink accanto ed assoluta immobilità per tutta la giornata. Appena 200 km di questa delizia, durata praticamente l'intera giornata, la cui potenza devastante è riuscita a spezzare il supporto di metallo dell'air camping di Enzo, ed a svitare tutti i bulloni della ruota anteriore del GR di Fausto e Lorella. Proprio così: è uscita la ruota che per fortuna è rimasta incastrata tra il disco dei freni ed il parafango impedendo all'auto di sbattere a terra. Ed ancora più fortunato il fatto che abbiamo ritrovato tutti (TUTTI E SEI) i bulloni negli utlimi 200 m di strada, consentendoci quindi di rimontare la ruota e di ripartire dopo poco!
Finalmente nel pomeriggio raggiungiamo El Bhorma, che è una via di mezzo tra una discarica a cielo aperto e la raffineria di Gela. Dopo aver fatto rifornimento (il gasolio costa appena il doppio che nel resto della Tunisia) ci siamo allontanati velocemente per raggiungere finalmente l'agognata, morbida, soffice, silenziosa sabbia. Una breve sosta per mangiare qualcosa e sgonfiare le ruote, e poi via verso sud per 30 km fino all'imbrunire, quando ci siamo fermati ed abbiamo montato il campo per la notte (mark NOTTE 13)

Bravo Salvo Pipeline Bellezze locali Pipeline
Cambio ammortizzatore Ancora 80 Km
E ... la ruota?

E ... i bulloni?

Bravi!
Effetto pipeline Pipeline Pipeline

Ci voleva!
Pipeline Pipeline Pipeline
Pipeline Pipeline Pipeline Pipeline
Pipeline Pipeline Kamour Kamour

Pipì!

El Bhorma

El Bhorma

El Bhorma

El Bhorma

Rito a El Bhorma

El Bhorma

El Bhorma
Finalmente la sabbia
Lasciane un po!
Sgonfia la gomme! Fantastico!

Dune

Dune
Dune Dune

Dune
Foto classica
Il campo

Il campo

Il campo

Il campo

Il campo

Il campo

Giovedì 14
La mattina finalmente ci svegliamo tra le dune, smontiamo il campo e partiamo verso sud. Dopo 35 km troviamo una sorgente di acqua calda e ne approfittiamo per lavarci un po (mark POZZO E NOTTE 15). Salem ci spiega che nel deserto ci sono perecchie di queste fonti, trovate dalla compagnia petrolifera durante le proprie ricerche e lasciate aperte per gli animali e i nomadi. Più tardi ripartiamo riprendendo il nostro percorso lungo le dune. Queste sono ancora di dimensioni medie, ma già si capisce che inoltrandosi a sud i paesaggi muteranno radicalmente.
In questi posti è normale insabbiarsi, ed un po tutti ci siamo capitati, tranne Salem che fino a quel momento sembrava levitare sulla sabbia, ma dopo qualche chilometro (mark SALEM) finalmente la giustizia fa sentire la sua presenza ed anche Salem si insabbia, ma così bene, che ci sono volute ben tre macchine insieme per tirarlo fuori. Ancora pochi chilometri verso sud-ovest e siamo arrivati presso un insediamento militare (mark MILITARI) dove ci hanno controllato i passaporti ed i permessi (un controllo era già avvenuto a Kamour sulla pipeline).
Dopo il posto di controllo il paesaggio è cambiato: le dune sono diventate sempre più alte intervallate da vaste vallate pianeggianti di sabbia, in cui si andava spediti a 80km/ora. Il deserto diventava maestoso, la visibilità di parecchi chilometri, le dune assumevano forme plastiche ricche di rotondità, dalla superficie vellutata. Nel passaggio tra una vallata e l'altra si superavano catene di dune che spesso terminavano con una scarpata quasi verticale di 20-30 m, da superare tutta d'un fiato in accelerazione per evitare di intraversare la macchina. Abbiamo percorso in silenzio questi paesaggi, fermandoci per il pranzo al punto PRANZO 14 e proseguendo per 80 km, sfiorando più volte il confine con l'Algeria, fino al campo per la notte a 30 km da Borj El Kadra al punto NOTTE 14. La sera Salem ha preparato il Cous-cous per tutti ed ovviamente il pane del deserto.


Sveglia

Sveglia

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Si scende!!

Si scende!!!
Belli!
Si scende!!!
Tunisini

E ora?

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

La sorgente calda

La sorgente calda

La sorgente calda
Posto di controllo Quattro cani per ... dune

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale
Sosta
Il Grande Erg Orientale
Salem
Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale
Ragioniamo!
E ora?
Senza parole
Fichi!!! Hoooommmmm!
Il Grande Erg Orientale
L'infinito

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale
Harem di Massimo Forzaaaaaa!!!
Il Grande Erg Orientale
Forzaaaaaa!!!

Non ci vengo più!

E vai!
Felicità Atleta

Venerdì 15
Ci svegliamo e smontiamo il campo consapevoli che in poco tempo raggiungeremo il punto più a sud della Tunisia. Ancora dune bellissime per alcune decine di chilometri, poi una vasta pianura nera ed infine vediamo apparire l'insediamento di Borj El Kadra. Gli orientali dicono che l'importante non è la destinazione, ma il viaggio, e per fortuna anche noi la pensiamo così, altrimenti la delusione sarebbe stata cocente. A parte un bel laghetto ricco di canne e, probabilmente, di fauna, il posto altro non è che un insediamento militare con qualche casa di civili ed un bar. Andare li con un aereo sarebbe assolutamente inutile, perchè si sarebbe perso tutto il gusto e la bellezza del viaggio, per non trovare assolutamente niente da vedere. Comunque dopo aver subito ancora una volta il controllo dei passaporti e dei permessi (che sono stati requisiti e riconsegnati solo quando ce ne siamo andati) siamo andati nell'unico posto di vita dell'insediamento, il bar Gran Cafè 7 Novembre gestito da Dhaou, le cui pareti sono completamente rivestite di adesivi di tutte le spedizioni che hanno transitato da quelle parti. Fotografie di rito, bibite fresche, apposizione del nostro adesivo e dei nomi dei componenti della spedizione sulle pareti del bar. All'uscita abbiamo trovato degli splendidi bambini che ci aspettavano e che abbiamo sovraccaricato (forse troppo) di doni portati dall'Italia. Finite le procedure di rito abbiamo ripreso il cammino, dapprima lungo una pista dove abbiamo raccolto parecchie rose del deserto, e poi lungo le dune verso nord. Dopo esserci fermati per il pranzo al punto PRANZO 15, abbiamo continuato a muoverci verso nord godendoci i panorami del Grande Erg Orientale, percorrendo una linea parallela a quella dell'andata, a circa 15 km ad est.
Circa 70 km più a nord Salem ci ha portato a vedere il relitto di un camion rimasto li dai tempi della II Guerra Mondiale (mark RELITTO) e poi abbiamo raggiunto lo stesso pozzo (mark POZZO E NOTTE 15) da cui eravamo passati due giorni prima e qui abbiamo montato il campo per la notte.


Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Fortuna

Borj el Kadra

Borj el Kadra

Dhaou, approfittiamo!!!

Il bar

Il sigillo

Bimbi

Bimbi

Il riposo

Bimbi

Avrai un futuro

Vieni piccola!

Il rito

Il sogno

Rose del deserto gratis

Ritorno

Il Grande Erg Orientale

Sosta pranzo

Pipì!

Il Grande Erg Orientale

Si tocca!

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Il relitto della guerra

BRUUM BRUUUUMMM!

Senza parole

La sorgente calda

Sabato 16
La mattina, dopo una bella doccia nella fonte, immersi in un vento che alza una nube di sabbia, volgiamo le nostre ruote verso nord-ovet per poi prendere una pista che ci porta fino ad El Bhorma, dove riempiamo nuovamente i serbatoi ed incontriamo un gruppo di francesi che hanno la nostra stessa prossima destinazione, ovvero un lago a circa 16 km a nord-est. Riprendiamo così il cammino incrociandoci continuamente con i francesi, con una gran confusione di tracce e di insabbiamenti. Ci fermiamo a pranzare al punto PRANZO 16, cercando di farli passare, ma ce li ritroviamo ancora nel pomeriggio, fino all'arrivo al lago. A causa di questa confusione siamo arrivati al lago (mark NOTTE 16 LAGO) già dopo il tramonto del sole, perdendo così l'impatto panoramico del'arrivo, e solo la mattina seguente ci siamo potuti rendere conto di quanto bello fosse il posto. Appena arrivati abbiamo montato il campo e la sera Salem ci ha deliziati con i suoi MACCARONI AL SUGO. (In fondo abbastanza buoni, ma solo a patto di non paragonarli a nulla della cucina italiana, ma di considerarli come un nuovo piatto straniero)


Mi butto?

Salto

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Primooooo!

Il Grande Erg Orientale

Il Grande Erg Orientale

Si rigonfia

Salto

Formiche

Arrivoooo!

I francesi

Spettatori

E vaiii!

Gazzella del deserto

Altra gazzella del deserto

E hop!

Condizionatore

Salvataggio

Il prode Salem

Domenica 17
Al mattino il lago si è rivelato in tutto il suo splendore, ricco di vegetazione e di uccelli, tra cui addirittura una splendia gru bianca e nera. La partenza è stata tra le più comode di tutto il viaggio, con tanto di doccia alla fonte, fotografie di rito ecc..
Il programma era di proseguire verso nord e verso Ain Ouadette e poi di raggiungere Ksar Ghilan passando per El Mida, ma la necessità di Antonella e Francesca di prendere l'aereo da Jerba il 19 mattina, ci ha costretti a ridiscendere verso sud e andare a riprendere la terribile pipeline.
Le dune verso sud si sono rivelate parecchio insidiose e ci hanno creato non poche difficoltà, nonostante abbiamo sgonfiato ulteriormente le ruote. Alla fine abbiamo raggiunto la pista ed è ricominciata l'operazione di frullamento/sbattimento descritta prima, e dopo 120km di delizia abbiamo raggiunto Kamour per un ulteriore e finale controllo dei permessi e dei passaporti. Soliti riti, solite facce di militari annoiati, solita richiesta di una penna per segnare la lista (non c'è stato un posto di controllo che avesse una penna), e poi via ancora verso nord. All'altezza di Ain Essebat abbiamo chiesto a Salem di fare una deviazione verso ovest, memori della fontana che schizzava acqua dell'anno precedente: delusione cocente poichè avevano aggiustato tutto, forse con i 100 dinari che ci avevano fregato l'anno precedente, ed il posto non aveva neanche lontanamente la magia che ricordavamo. Contenti comunque di aver forse contribuito alla gestione del prezioso liquido, ci siamo incamminati verso Ksar Ghilan che abbiamo raggiunto nel tardo pomeriggio. Stavolta abbiamo montato tutti il campo (niente tende berbere), ed abbiamo cucinato un vero piatto di maccheroni al sugo che abbiamo consumato comodamente seduti intorno ad un tavolo (finalmente!) insieme agli amici tunisini.


Felicità

Il lago

Capanne sul lago

Gommisti all'opera

Compleanno di Mirella

La fonte

La fonte

Belli

Foto di rito

Foto di rito

Amò!

Ruggisce!

Dune

Alpinismo

Si salta!

Sconvolgente

Al lavoro!

Autoctoni

La pipeline

La pipeline

La pipeline


La pipeline


Ain Essebat

Ksar Ghilan

Lunedì 18
Partenza con comodo, visita al fortino romano (mark FORTE), una breve tratto di pista e poi via lungo le dune per raggiungere il Cafe de la port du desert. L'idea era quella di passare dalla zona in cui le dune sono più alte (parole di Salem: linea dritta come GPS tra Ksar Ghilan e cafe), ma ad Antonella è venuto il mal di mare ed abbiamo preferito ad un certo punto spostarci verso ovest e seguire un percorso un po più soft. Al Cafe de la port du desert ci siamo fermati per pranzare e per la Coca Cola di rito, e poi abbiamo proseguito lungo la pista, quasi totalmente insabbiata, per Douz. Qui abbiamo preso posto a El Mouradi, ormai classico albergo delle spedizioni del Sahara Club, e dopo i saluti con Francesca ed Antonella che andavano a Jerba, ed un salutare bagno in camera, siamo finalmente andati a mangiare il "crastuni" (agnello), atteso dall'inizio della gita. Ottima cena e grande soddisfazione quando il gestore ci ha riconosciuti: "ma voi non siete già venuti qui altre volte?"... cominciamo a sentirci di casa in Tunisia.


Ksar Ghilan

Il fortino

Il cafe de la port du desert

Il cafe de la port du desert

Il cafe de la port du desert

Fico!

La pista per Douz

Disperazione

A Douz

Foto di rito a Douz

Crastuni

Crastuni

Martedì 19
Partenza al mattino verso Matmata, dopo avere incontrato Salem che diceva di avere risolto i problemi che aveva avuto all'auto. A Matmata incontriamo Enzo e Roberto, facciamo un'altra scorpacciata di crastuni, e poi via a visitare zona berbera e gli ksour. Imbocchiamo la strada per Toujane, che è sempre stata uno sterratone in costruzione e scopriamo con sorpresa che è stata asfaltata per intero. Alla fine appare la splendida cittadina spalmata su una valle, e su di essa riempiamo tanti megabyte di fotografie. Proseguendo raggiungiamo Ksar Hallouf, che nella parte alta della collina conserva uno Ksar pressochè intatto, in parte trasformato in albergo, gestito da una famiglia del posto, ed anche qui i megabyte scorrono a fiumi. L'idea era di visitare anche Ksar Al Dada, ma data l'ora abbiamo preferito ripiegare verso Medenine e poi verso Gabes per passare la notte in albergo.


Douz

Douz

Douz

Bimbi a Douz

Fantastico

Gelatiiii!

Toujane

Toujane

Ksar Hallouf

Ksar Hallouf

Ksar Hallouf

Ksar Hallouf

Doni ai bimbi

Doni ai bimbi

Doni ai bimbi

Doni ai bimbi

Mercoledì 20
Siamo ripartiti verso nord passando da Mahres, una cittadina sul mare che ha una caratteristica unica in Tunisia: hanno destinato un'area sul mare a museo a cielo aperto di opere scultoree moderne, che creano un contrasto fortissimo con l'aspetto tipico di una città islamica. Ci siamo fermati ed abbiamo fotografato tutto con dovizia di particolari (Lorella ha fatto un servizio enciclopedico). Ripartiti verso nord, poco prima di Sousse abbiamo reintegrato il livello di crastuni nel sangue fermandoci in uno dei tipici ristoranti sulla strada, e poi siamo andati a trovare il meccanico del gallo (vedi viaggio precedente) che ci ha immediatamente riconosciuti. Il gallo non c'è più (mangiato?), ma in cambio c'è una gallina con dei pulcini che forniranno le generazioni future. Non avendo trovato i pezzi di ricambio per l'ISUZU di Enzo (che la prossima volta ha detto che lo porterà li durante la discesa per poi riprenderselo rinnovato durante la risalita) siamo ripartiti per andare fino a Sidi Bou Said, a nord di Tunisi per dormire al Sidi Bou Said hotel, gestito da una signora incredibile, che ama gli italiani.


Hotel a Gabes

Arte a Mahres

Arte a Mahres

Arte a Mahres

Arte a Mahres

Arte a Mahres

Crastuni

Torta

Compleanno di Enzo

Gommista ad El Jem

Futuri galli dal meccanico

Teneri!

Giovedì 21
Abbiamo lasciato le auto in albergo per andare a visitare il suk di Tunisi con il trenino. Solita confusione per turisti, solite patacche da contrattare all'infinito, senza però riuscire a togliersi di dosso la sgradevole sensazione di essere stati fregati. Sulla strada incontriamo i ragazzi del Sud Safari di ritorno dalla Libia, ed apprendiamo che uno di loro ha avuto un incidente piuttosto pesante, con dei risvolti difficili da gestire, e restiamo un po con loro, condividendo il dispiacere per l'accaduto. Al ritorno sembriamo più dei portatori tibetani che dei turisti europei, a causa della quantità di merci asportate dal suk, ed invadiamo il trenino per tornare indietro. Per chi non abbia mai provato questo trenino, sappia che, contrariamente ai ritmi lenti che imperano nel mondo islamico, i conducenti di questa linea hanno una fretta indiavolata, e concedono circa cinque secondi ad ogni fermata dal momento in cui si aprono le porte al momento in cui riparte il treno, anche con le porte ancora aperte. Alcuni di noi sono stati costretti a scendere alla fermata successiva perchè hanno osato titubare qualche istante in fila all'uscita.
Alla fine abbiamo ripreso le auto, raggiunto il porto, soliti ultimi acquisti rapidi (ma mai abbastanza) al mercatino, solita trafila burocratica incomprensibile e poi finalmente prendiamo le cabine sulla nave. Finalmente una traversata tranquilla senza vomiti e sacchetti puzzolenti.


Trenino

Suk di Tunisi

Suk di Tunisi

Tunisi

Tunisi

Tunisi

Stazione

Ciao Ben Alì

Venerdì 22
Sbarchiamo a Palermo e ci avviamo verso Ragusa, felici di ciò che abbiamo vissuto, tristi perchè è già finito, con in mente già i programmi per l'anno prossimo. Sarà Tunisia, sarà Libia, sarà qualche altra meta o un modo diverso di vivere il deserto? Già le proposte e le idee sono tante, ma, purtroppo, ci vuole ancora un intero anno per realizzarle.


I soliti problemi in Sicilia

I soliti problemi in Sicilia

Si torna a casa

Disperazione

Ciao a tutti

Al prossimo anno

Il programma è ....

Disperazione

Le fotografie

Le foto album1 album2 album3 album4 album5

I componenti della spedizione

Fausto e Lorella
Massimo e Fiamma
Nello e Silvana
Enzo e Francesca
Roberto e Antonella

Salvo e Mirella

 

Salem e Assad